domenica 1 dicembre 2013

Recensione di: That’s (im)possible, Cristò -Caratteri Mobili-

Qual è il numero più alto che riuscite a immaginare?
Il libro ha un taglio tascabile, 74 pagine, ma credetemi sono molte di più “di quello che riuscite a immaginare”.
La copert...ina è accattivante e ricorda uno di quei giochi da tavolo, ed è così che il lettore si approccia nel leggerlo, come una partita a scacchi o un giro di Monopoli o Cluedo, si potrebbe continuare.
Una costruzione narrativa straordinaria, l’alternanza di voci, una sorta di autismo corale, una filosofia sottile del vivere o del male di vivere, l’attenzione a un dolore, l’esaltazione della ricerca affannosa dell’infinito. Come inizio di tutto. O di tutto la fine.
La lotteria di That’s (im)possible fotografa un fenomeno della nostra società e ricorda, per certi versi, quello che accadde alcuni anni fa quando la febbre del “6” al Superenalotto contagiò l’Italia intera e chi non ricorda le città di frontiera prese d’assalto dai francesi o dagli svizzeri per venire a giocare?
Il gioco, i numeri, la lotteria sono il pretesto per l’autore per un monologo ripiegato su se stesso come il nastro di Moebius, un richiamo futurista e il filo rouge, (e rosso non è un caso) che attraversa tutto il romanzo.

Le cose impossibili accadono continuamente
Quando un libro “funziona” lo capisci quando te vai in giro e continui a pensarci. E cammini per strada cercando la “x” nell’equazione di spazio fratto tempo alla ricerca dell’infinito.
E capisci che non è solo un libro, ma diventi giocatore, tuo malgrado.
Che succede quando un oggetto, un fenomeno, una storia passano dal sincronico al diacronico?
Camminiamo sul nastro di Moebius.
Allora si può parlare di eternità, di infinito.
Quindi come lo rappresenti?
Di qui le voci che si alternano, sociologi, giornalisti, astrologi, matematici, curatori del programma, presentatori, cercano di capire, di afferrare un numero che dia il volto all’infinito.
Un richiamo a Poe di rose rosse come un testimone da passarsi per mano.
Perché credetemi l’ultima pagina, non è l’ultima pagina.
Vi ritroverete a essere parte del “gioco”.

That’s (im)possible is (in)credible

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